Mauro Corona e Omar Pedrini: Parole e Musica #PNLEGGE2016



14 Settembre 2016, Pordenone

Si è aperto tra le note di una chitarra l’incontro di Pordenonelegge con l’ospite fisso Mauro Corona, insieme a Omar Pedrini al Teatro Verdi.

Unire le parole e la musica, questa la proposta dei due ospiti, legati da un’amicizia che va al di là dell’appuntamento della serata.

Le canzoni di Pedrini, delicate e a tratti forse un po’ malinconiche, alternano gli interventi di Corona, che precisa, dopo un paio di battute “non dico barzellette, faccio il comico, ma sono molto serio, certe cose bisogna dirle”. Confessa la sua timidezza, “la stigmatizzano tanto, la timidezza, ma fa sentire 10 volte di più”. Con l’aria da uomo che ne ha passate tante, quasi di un altro tempo, rievoca la saggezza popolare, un elogio “alle persone miti, che stanno ai margini, di profilo basso, senza tanto clamore, come le meridiane che danno l’orario senza i rintocchi delle campane”.



Pordenonelegge 2016 - Davide Franchini MULTIMEDIA
Pordenonelegge 2016 – Davide Franchini MULTIMEDIA

Ricorda con nostalgia gli anni dell’infanzia, la magia che non tornerà più perché “la lavagna dell’infanzia è più colpibile al graffio”, accompagnato alla comparazione con i ragazzini d’oggi, che vanno a scuola annoiati quando invece “si dovrebbe inventare un gioco-scuola, i bambini dovrebbero giocare, imparare a cavarsela, ad accendere un fuoco, prendersi cura delle piante, oggi sono mutilati, non sanno più fare niente, hanno perso la manualità.” Perchè, ricorda, “se c’è una cosa che può sostituire l’amore è la memoria, anche una memoria manuale”. Si accende, poi quasi con rassegnazione parla dell’importanza di salvare usi e costumi di un mondo che sta scomparendo, salvare qualcosa, salvare “un’epopea”. Perché forse il fulcro di quanto vuole trasmettere, anche presentando il suo ultimo romanzo “La via del sole”, e che più volte ripete è che “C’era un’etica, ora c’è solo estetica”.

Quel concetto di estetica che si può estendere all’apparenza e anche, forse, al misero e falso utilitarismo con cui la politica dice di amare la montagna ma in realtà le valli tanto care allo scrittore vengono abbandonate, dalle istituzioni e dalla gente senza servizi né prospettive future, perché “non nevica firmato”. E allora c’è un bisogno impellente di rivoluzionare le proprie vite, forse con la crisi si può auspicare ad un ritorno all’agricoltura, a tornare “imprenditori della terra”, prodursi il proprio cibo perché alla fine dei giochi è una delle poche reali necessità che abbiamo.



Pordenonelegge 2016 - Davide Franchini MULTIMEDIA
Pordenonelegge 2016 – Davide Franchini MULTIMEDIA

Parla con sentimento, Corona, e incanta, con un anticonformismo sentito e autentico. Anche se forse tra il pubblico non tutti lo hanno capito fino in fondo.

SP