PAOLO CREPET: Baciatevi senza rete

SPEGNETE FACEBOOK E BACIATEVI” è la scritta, scovata su un muro romano, che ha dato lo spunto al nuovissimo libro di Paolo Crepet, “Baciami senza rete“.

Poche e semplici parole, più che un imperativo forse un tentativo. Quello di ricordarci che stiamo perdendo di vista qualcosa. Perchè queste parole condensano la sconcertate mutazione antropologica che stanno vivendo le nostre società modernizzate, attraversando sempre più trasversalmente le diverse generazioni, dai più giovani, fino a chi è cresciuto in anni dove tutto questo era inimmaginabile. La divinizzazione della tecnologia, elogiata per i suoi innumerevoli vantaggi e le sue comodità, ha anche il lato nascosto della medaglia che sta iniziando a venire a galla insieme ad una serie di fatti collaterali che, in considerazione della larghissima diffusione, è a tutti gli effetti un fatto collettivo.

“Dobbiamo arrivare alla nausea, al limite oltre il quale c’è la rottura”.

La dipendenza dalla tecnologia, paragonabile agli effetti di una droga, sta cambiando la gente, gli approcci, le relazioni. I modi di esprimersi, di conoscere, i pensieri, e dunque le azioni. Sta cambiando tutto ciò che orbita intorno alla vita di ogni singolo individuo, dal momento del risveglio al sonno, intere società si stanno trasformando. L’intento non è accusare, né anelare nostalgicamente ad un passato privo di tecnologie. Bisogna porsi il problema della libertà, della privacy, dell’incapacità di relazionarsi con il mondo. “Un mondo senza contemplazione”, simile a quello in cui ci stiamo dirigendo “è più facile da governare e, soprattutto, da controllare”. E’ fondamentale però porsi delle domande, riacquisire la libertà del pensiero, che è per sua natura critico, alimenta dubbi, spinge alla ricerca, aguzza la creatività, che però nasce attraverso la contaminazioni con gli altri. Gli altri, di cui non ci importa più nulla.

Pordenonelegge 2016 - Photo by Davide Franchini MULTIMEDIA
Pordenonelegge 2016 – Photo by Davide Franchini MULTIMEDIA

Impera il vuoto narcisismo del selfie, intere comunità si stanno concentrando sull’individualismo, “la selfish community ha contribuito a diffondere un livello di autostima tanto superficiale quanto effimero”, ad alienare l’individuo, chiuso dentro il suo mondo pulito e anafettivo a 3 sentimenti dagli occhi, senza saper guardare all’infinito.La cultura si sta adeguando al nuovo modo di comunicare che i social impongono: un tweet, uno slogan per esserci, per esistere. Twitto, cinguetto, dunque sono. Non più ragionamenti e discorsi compiuti, dunque. Sono obsolenti, appartengono ad un mondo pesante e strutturato che contemplava voli pindarici, retromarcia, contraddizioni e che oggi la velocità del “surfismo” odierno non può permettersi. “Il surf è metafora di efficienza, non di efficacia, di superficialità e non di approfondimento. Oggi la formazione stessa di un’intera generazione è basata sul multitasking, ovvero sul cercare di sapere “non tutto, ma di tutto”.”

I bambini di ogni tempo sono stati la speranza, il futuro, gli uomini e le donne del domani. “Una media di qualche giorno fa stima 11 ore al giorno di connessione extrascolastica per i ragazzini”.  Giovani soli, persi dentro il loro monitor, che non trasmette le emozioni di uno sguardo, dell’odore della pelle. Non più colori, giochi, immaginazione, “corse in un prato, cadute, mani sporche di fango”, le nuove generazioni si alimentano di profili social, chat, video richiusi dentro una bolla di solitudine e asettica perfezione. Eppure è nell’imperfezione che è racchiusa la bellezza, “quella vera contiene sempre un difetto”, la sublimità, la poesia, il turbamento. “La seduzione inizia da un neo.. da una differenza, da ciò che contraddistingue l’unicità.”

La serata con Paolo Crepet si è chiusa intrecciando il tema educativo con l’importanza dei rapporti umani e affettivi. Per la prima volta nella storia i genitori cercano il consenso dei figli. “I ragazzi” vogliono dei grandi capitani, non dei pari, non degli amichetti. Non dei bancomat. Qualcuno che li scuota, che li provochi”. Termina con il suo omaggio al nonno, alle sue storie che lui ascoltava incantato. Allora se sei stato per tutto questo tempo ad ascoltarmi con la bocca aperta ti è piaciuto. Emoziona qualcuno, non smettere mai.

SP