La genesi della democrazia recitativa: Emilio Gentile



Emilio Gentile, nel contesto di Pordenonelegge, affronta la tematica quantomai attuale del rapporto tra
governanti e governati, in un’epoca dove viene messa in discussione la democrazia, il potere del popolo di
eleggere pacificamente, periodicamente e liberamente i propri rappresentanti.
Ripercorre la storia, Gentile. Parte da Napoleone Bonaparte, “il primo condottiero delle masse, sempre
eletto con suffragio universale nonostante si sia reso protagonista di repressioni e massacri”, passando
attraverso i grandi capi più o meno carismatici delle epoche passate fino ad arrivare a Roosvelt, Lenin e ai
giorni nostri. Il leit motiv è sempre Gustave Le Bon,

“oggi tanto criticato, ma è stato il primo ad
analizzare la psicologia delle folle. Il suo testo, dall’omonimo titolo, è stato citato da Le Monde al
14.esimo posto per capacità di cambiare la storia”,

come da articolo di Gentile pubblicato da “Il sole 24
ore” il 28/09/2014 (link: http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2014-09-28/cosi-capo-conquista-folla-
081514.shtml?uuid=ABSqrvxB&refresh_ce=1 ).



Questi grandi personaggi avevano capito che “il consenso delle masse si ottiene con l’eccitazione
attraverso l’immaginazione”. Soprattutto nei contesti di proletariato privi degli strumenti di capacità
critica, il mito dell’uomo venuto dal popolo sopravviveva.

“Non a caso vive di slogan, immagini evocative
e capacità di smuovere la fantasia”. Attenzione, dunque!
“Ovunque, in tutte le epoche, soprattutto quella democratica, è sempre una minoranza a
governare. Nella politica di massa predomina l’irrazionalità. L’individuo perde
individualità razionale e capacità critica e agisce per emozioni ed istinto. E’ da porsi la
domanda se la democrazia di massa sia un bene in sé. Il rischio è che potere della plebe si
trasformi in demagogia e quindi tirannia”.

SP