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Babbo Natale si è sbagliato? Tra gli e-commerce si diffondono i resi gratuiti.



La diffusione degli e-commerce lega a sé questioni inerenti alla logistica, alle spedizioni, ai trasporti e, non da ultimo, ai resi. Gli addetti ai lavori del commercio on-line lo sanno bene: non più solo i prodotti, sempre più rilevanza la stanno assumendo i servizi che ruotano intorno all’acquisto e, di riflesso, alla vendita sul web. Gli acquirenti sono oggi sempre più informati e, grazie agli ampissimi ventagli di proposte accessibili nel web, possono e sanno scegliere gli e-shop che più si avvicinano alle loro esigenze. Non si acquista più un solo o più prodotti ma un vero e proprio pacchetto “all inclusive” con i relativi servizi. Le spedizioni gratuite, anche se gratuite in realtà non sono, rappresentano un plus, così come la consegna assicurata entro 48, talvolta addirittura entro 24 ore dall’acquisto. Le offerte sono continuamente in aggiornamento e in aggiunta, si perfezionano, in determinati casi persino si personalizzano: sempre più importante oggi sta diventando la possibilità dei resi gratuiti, poter cioè restituire un oggetto acquistato senza pagare alcunché, non solo in caso di merce difettosa, ma anche se il cliente cambia idea.  



Nonostante la gestione di un servizio di questo tipo sia costosa per il venditore (motivo per il quale gli è preferibile attivarsi già alla fonte d’acquisto, ovvero nel sito, con strumenti affidabili nel tentativo di soddisfare a pieno il cliente relativamente a foto, misure, colori, chat per contatti diretti e immediati); quella dei resi è un’opportunità che viene offerta sempre più spesso. I dati di una ricerca della NFR, “National Retail Federation” parlano chiaro: i resi sono aumentati intorno al 66% tra il 2010 e il 2015.

Se dunque nel corso delle recenti festività un regalo si è discostato dalle aspettative potresti avere l’occasione di restituirlo gratuitamente, seguendo la tendenza in aumento dopo Natale. Secondo un interessante articolo pubblicato di recente da Il Post, infatti, “Tobin Moore, CEO di Optoro, una startup che gestisce i resi per diversi rivenditori online, ha spiegato che il tasso medio è dell’8%, ma può raggiungere il 30% nei settori come quello della moda”.

E’ da tenere presente, però, che ogni azienda segue ancora una propria visione in merito ai resi. Alcuni siti, ad esempio, registrano tassi ancora più alti, come Zalando, nota società tedesca specializzata nella vendita on-line di scarpe e abbigliamento, in quanto essi stessi li incentivano, considerando il sistema di resi l’equivalente del camerino nei negozi fisici. Altri invece, come ePrice, in caso di restituzione per errato acquisto richiedono al cliente le spese di spedizione, mentre se ne accollano l’onere nell’eventualità di merce danneggiata. In definitiva, con un’adeguata informazione pre acquisto e un’accorta scelta degli e-commerce ai quali affidarsi, il rischio di perdita per l’acquirente si assottiglia sempre più.